Compagni di scuola racconta avventure, amori, conflitti, amicizie e scontri generazionali di un gruppo di studenti e dei loro professori, alternando commedia e dramma, gioco e sentimenti.
Le storie si svolgono prevalentemente nel liceo Giacomo Leopardi, una scuola pubblica ma sperimentale, che ospita classi medie superiori e, provvisoriamente, anche alcune classi di una vicina scuola elementare che è stata dichiarata pericolante.
I protagonisti sono il professore di scienze Giovanni Salina, separato e con una figlia piccola, Sara, e suo fratello Felice Salina, il vicepreside, professore di storia e terrore degli studenti. Attorno a loro ruota una gran quantità di personaggi, ma il nucleo fondamentale – il cuore vitale, appassionato, e nuovo della serie – è un gruppo di adolescenti diciassettenni/diciottenni che frequentano la quarta classe del liceo: la spigliata Valeria, il complicato Michele, l’imbranato Marco, la fatua Martina, il coscienzioso Pietro, la sensibile Arianna, e tanti altri.
Sono loro il motore reale delle azioni e dei conflitti, degli amori e dei disamori, dei sogni e dei desideri, delle imprese impossibili e delle grandi e piccole frustrazioni, così come delle grandi e piccole vittorie ottenute. Sono loro a parlare e pensare l’amore, la tenerezza, la responsabilità. Sono loro a spostare in avanti le domande, i problemi, le curiosità, i dilemmi. E sono loro, infine, a interrogarsi e interrogare, a chiedere conto a professori e genitori di quale futuro li attende.
Raccontare l’universo scolastico significa raccontare il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, mettendo a confronto i mondi diversi eppure paralleli di chi insegna e di chi impara e spesso rovesciando i termini della questione, giacché qui anche i ragazzi insegnano ai professori, e in genere agli adulti, ogniqualvolta i grandi abbiano la pazienza e il coraggio di starli ad ascoltare.